Questo dovrebbe essere un blog “musicale” ma diciamo invece che cerco di usarlo per le cose importanti, almeno oggi.
Quando mia mamma mi racconta di quanto fosse vicina a quel maledetto cestino, degli ombrelli che per quanto esili la ripararono dall’orrore e di quanto ha corso lungo tutti i portici con centinaia di persone terrorizzate mi vengono i brividi. Lei non si ricorda di aver corso, non si ricorda di aver percorso probabilmente chilometri correndo disperatamente, fuggendo col cuore in gola, letteralmente volando trasportata dalle grida.
Io scrivo perché una delle poche persone “autorizzate” a dimenticare è lei e chi era con lei quel giorno di 35 anni fa.
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